Chi non ha memoria non ha futuro

«Carlo è stato un partigiano della pace»: l’ha detto don Andrea
Gallo, intervenuto in piazza Alimonda a Genova per ricordare la morte di Carlo Giuliani.

«Carlo
può essere considerato un partigiano dei nostri giorni. Gramsci lo
scriveva nel 1917 nell’articolo “Democrazia è partecipazione”, dove
diceva di odiare l’indifferenza, “vivo perché sono partigiano”. Gramsci
non immaginava mai più quale significato avrebbe assunto questo termine
per la Resistenza. Carlo è partigiano perché ha scelto da che parte
stare. E quindi questo significa essere partigiano. L’unica gravità
dell’Italia in questo momento sono gli indifferenti. Quindi Carlo è un
partigiano, cioè sceglie la sua parte, e più passano gli anni, più ci
si accorge che era la parte giusta, contro la violenza, e sempre,
ancora una volta, per difendere e ricostruire, perché ogni tanto, a
cicli, la società degli uomini dimentica i concetti della democrazia,
delle tradizioni civili e culturali e allora si va verso un terreno
melmoso. Quindi, lo ripeto, per me Carlo è “partigiano della pace”,
perché sceglie la pace e non la guerra»

carlo    dax    aldr  renato

sappiamo
mrls
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